RISVEGLIO DI PRIMAVERA – IDEE PER UN NUOVO MONDO

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17 marzo 2019 di vincenzosardiello

Sono giorni complessi e decisivi quelli che stiamo vivendo. L’attentato in Nuova Zelanda, i gilet gialli a Parigi e il nuovo spirito ecologista, sono la sintesi di una settimana delicata per le sorti del pianeta.

Certamente i primi due fenomeni, con le rispettive e deplorevoli appendici violente, rappresentano retaggi di un mondo passato, divisivo, incentrato su una visione antropocentrica che cerca di rivendicare la propria supremazia in un contesto, il neoliberismo, che non viene minimamente messo in discussione.

Le istanze dei gilet e dei suprematisti seguono il principio della circolazione delle elites secondo il classico schema del capitalismo che, al contrario, necessita di un decisivo cambio di rotta.

In particolare i suprematisti, che si sono macchiati di crimini contro l’umanità, rappresentano il colpo di coda di un ancien regime che ormai non è in grado di gestire i processi che ha generato.

Il futuro, quello della storia per intenderci, ha invece la voce chiara e forte di una ragazzina di sedici anni svedese che da sola ha rivitalizzato una generazione narcotizzata dai nuovi media e che mette in seria discussione il mondo economico – sociale neoliberista.

La battaglia per il clima, argomento essenziale per la sopravvivenza della razza umana sul pianeta, diversamente dagli altri ha un valore fortemente inclusivo. Intorno a questo tema cadono definitivamente tutti gli afflati ideologici e lancia la lotta per la sopravvivenza.

Resta da capire chi si trova dall’altra parte, ovvero chi è il nemico da combattere.

In prima istanza non si può non comprendere come al primo posto ci sia, al netto delle turbocazzole molto in voga nei linguaggi social, un’idea, quella dell’economia sempre protesa verso una crescita illimitata capace di creare occupazione e di garantire una fantomatica giustizia sociale.

Nulla di più falso. L’economia neoliberista non fa altro che allargare il solco tra il capitale, divenuto impero finanziario transnazionale, e i normali cittadini. Il lavoro, sempre più precario e con paghe minori, dà esclusivamente l’illusione di poter partecipare ad un consumismo sfrenato e senza limiti e che di fatto crea forme inedite di alienazione.

A livello inconscio tutto questo è perfettamente percepito, non a caso modelli fatiscenti come quelli dei sovranisti e delle destre peggiori, in questa fase sembrano dominare incontrastati. Ma è solo una illusione basata su un passato che non può tornare se non in forma di farsa.

La lotta per il clima, quella lanciata da Greta, propone un cambio di rotta che ha delle fortissime ripercussioni sistemiche. Innanzitutto fa cadere in maniera definitiva il principio guida della crescita infinita e, in seconda istanza, la logica del consumismo come motore economico. Una rivoluzione, appunto, che sa di svolta anche politica. Si superano definitivamente gli steccati ideologici, il capitale non è messo in discussione ma semplicemente superato dai fatti.

Le manifestazioni di venerdì 15 marzo aprono una nuova pagina che, a cinquant’anni dal ’68, rimette nelle mani dei sognatori il futuro dell’umanità e restituisce finalmente nuove generazioni capaci di rivendicare un giusto protagonismo nello scenario globale.

Gli insulti e le insofferenze manifestate nei confronti di questi ragazzi testimoniano che la strada intrapresa è quella giusta. Ora bisogna proseguire in direzione ostinata e contraria perché in palio c’è molto di più della semplice vittoria di una elezione.

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