In memoria di un “Eretico gentile”

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18 febbraio 2023 di vincenzosardiello

Chi è il “maestro”?

Probabilmente questa domanda deve averla accompagnata per tutta la vita caro Professore. Chissà quante volte deve essersela posta davanti allo specchio, magari mentre indossava i suoi elegantissimi abiti.

È difficile parlare di Lei al passato perché è troppo vivo il ricordo dei pomeriggi passati a chiacchierare, smontare e ricomporre frammenti di quotidianità negli angusti corridoi dell’Università o nella stanza in fondo a destra del secondo piano del dipartimento di Sociologia adibita a Laboratorio di Scienze Sociali.

È difficile parlare di Lei al passato perché continua a vivere dentro di me grazie a quel “seme perverso” che caratterizzava i Suoi insegnamenti e che è diventato un fedele compagno di viaggio.

È difficile parlare di Lei al passato perché la generosità, la dedizione e la fede incrollabile nei più giovani che mi ha inculcato con l’esempio, mai con le parole, è diventato un principio.

Sabato 18 febbraio 2023 mi ha lasciato per l’ennesima volta senza fiato, senza parole. Così come avveniva a lezione. In quanti hanno superato il test della differenza tra un vivo e un morto? In quanti hanno avuto le vertigini davanti ai Suoi alti voli logici?

Oggi mi sento più solo caro Professore, ma sono più forte, forse saggio e sicuramente folle grazie ai suoi insegnamenti ed al suo rigore intellettuale, capace di conciliare gli opposti e di andare oltre i limiti senza pensare alle conseguenze, ma sempre nel rispetto del prossimo.

Limiti, già. Mi deve perdonare se oggi, nonostante i suoi preziosi insegnamenti, mi dimostro ancora una volta debole e di fronte a Lei torno ad essere il ragazzo impaurito d’un tempo e mostro tutto il mio dolore per la Sua scomparsa.

Eppure, per chi ha condiviso con Lei un pezzo di strada breve o lunga non importa, non è difficile immaginarla in questo momento non lontano mentre fuma la pipa e ci guarda con un sorriso beffardo, ma pieno di straordinaria umanità.

Bene Professore, è arrivato il momento di dire le cose come stanno.

Lei è l’immagine del “maestro”, di colui che affianca, guida, instilla, ma poi lascia andare senza intromettersi. Probabilmente non ha condiviso scelte e percorsi, ma non mi ha mai abbandonato foss’anche con un pensiero, un messaggio o una rapida telefonata.

Il nostro tempo, proprio l’oggetto dei suoi studi, ci lascia poco spazio per i sentimenti e le parole “superflue”, ma ho imparato a ragionare diversamente grazie a Lei e per questo non posso che ringraziarla e impegnarmi a portare avanti il nostro pensiero eretico gentile.

Circa un anno fa abbiamo collaborato per l’organizzazione di un convegno in ricordo del prof. Agostino Palazzo. In quella circostanza – si parlava di un Suo maestro – non ha nascosto tutto il suo affetto e la riconoscenza nei confronti di quest’uomo che forse meriterebbe maggiore considerazione nel panorama scientifico. Ecco, questo è stato un altro grande insegnamento. In un’epoca in cui tutti si sentono subito qualcuno senza riconoscere meriti a nessuno, Lei ha voluto ribadire il suo legame con quest’uomo ed il suo affetto immutato a distanza di anni.

Per essere maestri non occorrono liste lunghissime di pubblicazioni, anche perché per la nostra martoriata scienza si presentano spesso come pallide fotocopie di mondi lontani, ma la capacità di seminare, credere e scrutare l’anima degli allievi.

Ecco, il maestro è una persona come Massimo Ampola.

Buon viaggio Maestro e perdonaci se oggi, nonostante i tuoi insegnamenti, ci sentiamo più soli.

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One thought on “In memoria di un “Eretico gentile”

  1. eleonora sanna randaccio ha detto:

    Chi lo ha stimato e gli ha voluto bene non può che provare un grande dolore e sentirsi più solo….
    Un maestro e un punto di riferimento, acuto osservatore e conoscitore della società e ancor più delle anime dei suoi allievi, ai quali – durante le lezioni – ricordava con bonario sgomento: “come siete ignoranti….come farete a fare la settimana enigmistica…”.
    Le sue lezioni erano per me una gioia e un divertimento, quasi fossero uno spettacolo al quale ci si appresta con trepidazione.
    E’ una fortuna impagabile aver avuto il privilegio di incontrare una figura così importante, che racchiude l’essenza del bravo maestro.

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