LE CONFESSIONI
Lascia un commento11 Maggio 2016 di vincenzosardiello
In un resort di lusso gli uomini più potenti del mondo si incontrano per decidere il futuro del pianeta. Prende le mosse da qui Roberto Andò nel suo ultimo film “Le Confessioni”.
Un racconto sul potere senza fronzoli, impreziosito da un cast internazionale eccezionale composto da Toni Servillo, Daniel Auteil, Connie Nilsen, Pierfrancesco Favino, Marie-Josée Croze, Moritz Bleibtreu e Richard Sammel, al servizio di una sceneggiatura che scorre tra citazioni colte e riflessioni sulla democrazia fotografando in maniera impietosa il nostro contemporaneo.
A giganteggiare troviamo uno straordinario Toni Servillo che veste i panni di Roberto Salus, un dotto monaco Certosino, chiamato dal direttore del Fondo Monetario Internazionale Daniel Rochè per dare al consesso una immagine più umana. Oltre a Salus, per completare quella che sembra una intelligente manovra di marketing, vengono coinvolti una scrittrice di libri per l’infanzia ed una rock star.
Rochè è un personaggio carismatico venerato come una divinità dai ministri economici che gli riconoscono la capacità di manipolare il futuro a proprio piacimento. Dietro a quella maschera, però, si nasconde un uomo solo, che, spogliato della sua autorità, si scopre fragile e malato. Dopo aver festeggiato il suo compleanno, chiamerà nella sua stanza Salus per confessarsi e subito dopo togliersi la vita.
Cosa avrà rivelato? E’ stato svelato il segreto della “manovra” che riguarda il futuro del mondo? Il monaco tiene duro – è vincolato dal segreto della confessione – e le minacce di tutti cadono invano.
Un racconto potente, delicato e poetico che narra la menzogna della democrazia e la disperata solitudine del potere. L’aridità morale da un lato ed il grande spirito della fede dall’altro si traducono in un incontro/scontro di valori che conduce ad un vicolo cieco.
La verità assoluta diventa, nelle mani di Salus, uno strumento per seminare dubbi e guadagnare tempo. Ma, come sostiene il monaco nel corso della confessione “il tempo non esiste” e, quindi, quella che sembra essere una vittoria è in realtà un inconsistente rinvio dell’inevitabile.
Nessun lieto fine per questi uomini e queste donne impegnati nel freddo calcolo numerico, per loro non esisterà mai alcuna equazione per la felicità e con i loro calcoli saranno solo portatori di sventure per i più deboli.