LETTERA APERTA AL NUOVO ANNO

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26 dicembre 2015 di vincenzosardiello

Salvador Dalì - La persistenza della memoria - 1931

Salvador Dalì – La persistenza della memoria – 1931

Caro 2016,

Siamo ormai vicinissimi al tuo arrivo nelle nostre vite. Certo, non tutti arriveranno a vedere l’alba del primo gennaio, ma una buona parte di quelli che ci saranno nutrono in te grandissime aspettative.

A dire il vero moltissimi riponevano speranze e buoni propositi nel tuo predecessore, ma ormai è storia archiviata. Il 2015 è stato un anno difficile un po’ per tutti. E’ cominciato male, con la scomparsa di personaggi a noi molto cari, e finito peggio, con le bombe e il sangue degli innocenti.

A dire il vero le nostre aspettative verso di te sono le stesse che si sono riposte nei tuoi predecessori: serenità, prosperità, pace, ecc. Ma d’altro canto non facciamo nulla per aiutarti. I giorni scorreranno inesorabilmente e tra un anno, probabilmente, faremo una contabilità negativa su di te. Forse più che sperare dovremmo rimboccarci le maniche e cominciare a costruire qualcosa di concreto.

La verità è che non riusciamo più a vedere ed immaginare il futuro. Siamo prigionieri delle nostre abitudini e dei costumi che ci hanno imposto, sino al punto da renderli degli idoli delle nostre esistenze.

Abbiamo costruito le nostre esistenze come delle prigioni da cui evadere solo nei fine settimana, consegnando la nostra libertà a carcerieri digitali che in cambio di un pò di svago e di sterile chiacchiera ci stanno rubando la voglia di vivere.

Stiamo distruggendo, sempre nell’ottica che la nostra vita sia la migliore di quelle possibili, il nostro pianeta condannandoci a inventare sempre più sofisticate tecnologie per fare quello che una volta era considerato naturale.

Abbiamo accettato passivamente e come un qualcosa di ineluttabile la perdita dei diritti sul lavoro, accettando senza colpo ferire le verità incerte che vengono raccontate da politici grancassa dei grandi gruppi industriali.

Vogliamo combattere una guerra contro nemici invisibili nati per colpa delle nostre azioni e che conducono le loro battaglie finanziati da noi stessi, così, come se fosse un videogame e come se non ci fosse un domani.

Continuiamo a costruire politiche facendo riferimento ad una divinità sempre più sfuggente e antiquata in nome della quale non esitiamo a condannare puntando il dito verso il diverso.

Abbiamo dato sfogo alla nostra voglia di concretezza costruendo miti a ripetizione e cercando quella figura forte capace di dare sicurezza e che minaccia finanche l’uso delle armi atomiche per combattere nemici che sono parte di noi.

Continuiamo ad essere razzisti, tutti. Sia quelli che esultano quando affonda un barcone, sia quelli che si affaticano a mostrarsi solidali nei confronti dei malcapitati e continuano a dare lezioni di moralità sui social.

Non riusciamo a determinare più nulla nella nostra vita. Siamo parte di un format che condiziona le nostre scelte e le possibilità di azione.

Vogliamo cambiare, senza che questo cambiamento ci tocchi da vicino, ma che riguardi gli altri, pensando che la vita sia qualcosa che accade al di fuori di noi e che il nostro ruolo sia solo quello di osservare, un pò come un reality in tv.

Crediamo ancora che sia possibile conciliare la grande industria e la salute, mentre centinaia di persone ogni giorno muoiono per le conseguenze devastanti, ed inevitabili, dell’industria pesante.

Continuiamo a condannare i due terzi dell’umanità alla fame, alla sete e all’ignoranza per permetterci di essere parassitariamente i signori del mondo.

Abbiamo accettato di consacrare la nostra vita alla finanza allargando sempre di più la forbice tra ricchi e poveri e mettendo sull’orlo del suicidio migliaia di persone.

Affoghiamo nella massa tutte le eccellenze in nome di una democrazia inesistente che si trasforma ogni giorno di più in un regime totalitario che non lascia scampo all’individuo.

Continuiamo a vivere le nostre esistenze nella smania del possesso anche se non sappiamo più neanche cosa vogliamo veramente.

Allora caro 2016, quando trascorreranno inesorabilmente le tue ore, i tuoi giorni ed i tuoi mesi, imprecheremo contro di te invece di prendercela con noi stessi.

Non ce ne volere, siamo fatti così.

Buon anno a tutti…

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