PERDUTI DI COSIMO SCARPELLO
Lascia un commento10 dicembre 2015 di vincenzosardiello
Perduti è l’ultima fatica letteraria di Cosimo Scarpello edita da Secop Edizioni nella collana Scienza e Conoscenza.
I Perduti del titolo sono i quarantenni e i cinquantenni – definiti da Monti in questa maniera nel luglio 2012 durante una intervista – che incarnano coloro che, avendo perso la propria occupazione ed essendo avanti con l’età, sono ormai tagliati fuori dai progetti di legge del governo e condannati a vivere il resto della propria esistenza in un limbo.
Da queste premesse l’obiettivo dell’autore si sposta sulla finanza e su come le politiche economiche dei Paesi si siano progressivamente disinteressate del fattore umano per cedere il passo a logiche che non guardano più al singolo come essere umano, ma semplicemente come un numero su un grafico.
Come è stata possibile questa disumanizzazione?
Un processo lento innescato dalla logica del consumo e capace di spingere alla rinuncia delle libertà in cambio dell’oggetto agognato. Un racconto dell’esistenza umana incentrato su questo è stata la goccia che ha scavato lentamente dentro ognuno di noi, utilizzando tecniche di comunicazione e di marketing sempre più raffinate ed amplificate dagli strumenti di comunicazione di massa.
Le prime vittime a cadere sull’altare di questo meccanismo sono
la scuola, incapace di dare una formazione realmente culturale e ormai asservita totalmente dalle logiche economiche, e la famiglia che non è capace di trasmettere valori positivi. Da qui crolla tutto il resto.
È proprio sul disvalore che si concentrano i mali del nostro tempo con antieroi assurti a emblema della nostra decadenza, con ambizioni orientate esclusivamente al possesso, alla prevaricazione che sottolineano ancora di più l’incapacità di costruire un rapporto empatico con l’altro.
È il fascismo. Un fascismo diverso ovviamente da quello totalitario che ha conosciuto l’Italia nel primo dopoguerra. Scrive Pasolini al riguardo “Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre.”
Abbiamo salutato la nuova epoca con l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa innovativi ed interattivi come ambasciatrice di una nuova ed eterna prosperità e ci svegliamo, invece, schiavi del nostro narcisismo, un narcisismo che ci spinge verso l’autodistruzione e che viene costantemente amplificato sui social network.
Le nostre vite sono ormai dominate da routine e da pratiche che tendono progressivamente ad isolarci dal contatto con l’altro tagliando le relazione dirette e mediando tramite uno schermo qualsiasi nostra azione. I cellulari occupano gran parte dei nostri pensieri e la presenza di un mi piace può significare un repentino cambio d’umore. Di quello che accade nel mondo ci importa sempre meno e ogni giorno di più si passa dallo status di cittadino a quello di suddito.
Il disvalore, il narcisismo e la fine delle ideologie hanno dato una spallata decisiva al concetto di democrazia rappresentativa. Viviamo ormai in un regime totalitario che non necessità della violenza per determinare il suo dominio che è considerato come un a priori.
Forse i veri perduti siamo tutti noi.