GLI UNIVERSI ADIMENSIONALI DI AGATHOS
Lascia un commento29 aprile 2014 di vincenzosardiello
La realtà contemporanea si sviluppa come un modello matematico o è il modello matematico la realtà stessa? Dopo i secoli spensierati in cui ci si interrogava su dottissime questioni matematiche e che condussero intellettuali quali Hilbert a stilare l’8 agosto del 1900 i 23 problemi matematici che dovevano essere risolti e su cui ad oggi si interrogano centinaia di matematici e logici, la scienza ci pone la reale concretezza dei problemi.Si potrebbe supporre una certa autoreferenzialità in tutto questo meccanismo, in cui il matematico pone delle questioni che saranno poi sviluppate da altri, che a loro volto lasceranno delle questioni aperte e così via sino all’infinito. Tuttavia la matematica oggi è lo strumento principe non solo con cui si legge la complessità del reale, ma con cui si modella il reale con la creazione degli oggetti del nostro ovvio quotidiano.
L’illusione che ci ha accompagnato per larga parte della nostra storia è che la matematica si configurasse come un sistema certo in cui tutto potesse essere dimostrato senza possibile margine d’errore. Le certezze sono cominciate a vacillare con la comparsa di un “agile” teorema pronunciato da un logico matematico amico di Albert Einstein, il cui nome era Kurt Godel, che costruì quello che è noto come il teorema dell’indecidibilità il quale asseriva e dimostrava in termini molto spiccioli che è impossibile che in un sistema, come quello matematico, si trovi una asserzione ed il suo esatto contrario come perfettamente dimostrate e sarà quindi impossibile decidere quale delle due sia vera.È una questione che scuote nel profondo tutti e pone un quesito importante: è possibile che la nostra realtà sia costruita su leggi incoerenti? È la realtà ad essere non adeguata o il modello? Agathos si interroga su tutto questo sforzandosi di fermare su tela e con una straordinaria capacità compositivo-cromatica la realtà filtrata dal modello matematico riconosciuto e si spinge oltre imbattendosi sui punti più nevralgici e combattuti della logica contemporanea. Agathos nel suo stile mutua molto dalle avanguardie di inizio ‘900 e deve sicuramente molto ad artisti quali Mondrian e Kandinkij, ma non solo. L’evidente richiamo concettuale all’espressionismo astratto nella sua arte, riporta alla mente la scuola americana, che vede in Pollock un sicuro caposcuola con la sua Action Painting, ma il nostro ribalta totalmente i riferimenti concettuali. Mentre da una parte troviamo una rottura radicale con tutti i vincoli canonici, che porta molti artisti a lasciare la composizione al caso, in Agathos troviamo la più rigida applicazione teoretica della matematica, che pone la sua opera come assolutamente unica. L’arte coniugata con la matematica, un connubio fruttuoso che aveva già delle teorizzazioni interessanti, ne è un esempio Eysenk che nel 1942 formulò una sorta di legge sull’apprezzamento estetico con annessa funzione matematica, ma la rappresentazione della realtà come applicazione di un modello matematico avanzato apre scenari del tutto inediti. È come svelare esattamente ciò che si nasconde dietro tutto ciò che si osserva, uno scoperchiamento dell’apparenza che disvela il reale così com’è: complesso ed incomprensibile ai nostri occhi. La realtà diventa un velo di Maya che cela le contraddizioni ed il caos. Il Caos, la legge suprema che regola il tutto, ma il caos esiste o è il modello matematico che utilizziamo ad essere inadeguato alla spiegazione di processi universali? Ma soprattutto i processi sono universali o basati su concetti che al momento ci sfuggono? Una delle certezze che ha accompagnato la logica per secoli è stata la presenza di due elementi considerati “a priori” lo spazio ed il tempo. Il tempo, grazie alle scoperte della fisica contemporanea è stato demolito come elemento di certezza, Agathos demolisce anche lo spazio, visto nella sua componente più chiara: la dimensione. Il suo universo è per questo motivo a-dimensionale. Il suo sforzo epistemologico è notevole ed è teso a costruire un nuovo paradigma interpretativo che schiaccia tutte le certezze e tutte le verità. Ma la vera battaglia ed il nocciolo centrale su ci si impernia tutto lo sforzo interpretativo giace su un concetto chiave: l’entropia, ossia la tendenza verso il caos, e la ricerca di un ordine conoscitivo del caos parte dall’abbandono della logica classica di matrice booleana per abbracciare un nuovo approccio logico di tipo sfumato: la logica fuzzy, che abbandona il rigore del vero e falso per intraprendere un cammino basato sul concetto di adeguatezza. Lo sforzo interpretativo si concentra anche su dettagli costruttivi di tipo cromatico, ci troviamo quindi di fronte all’applicazione delle più raffinate teorie di Kandinskij in ordine al colore ed al procedimento creativo. Una semiologia complessa che riesce a confermare ed a rafforzare maggiormente le componenti costitutive dell’intera opera a-dimensionale che designa un universo in cui le leggi fisiche e matematiche vengono applicate in una descrizione puntuale ed irriverente del mondo di cui lo spettatore scopre all’improvviso di non conoscere nulla.